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Isole Tremiti
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San Nicola

L'Isola Madre

L’isola di San Nicola, la “Monteccassino dell’Adriatico”, unico esempio di abbazia-fortezza su un’isola, da millenni è crocevia di culture e religioni che ne hanno fatto uno straordinario esempio di dialogo. Tomba leggendaria del mitico Diomede, sede di organi monastici e feudali, preda privilegiata di dominatori stranieri e pirati, triste prigione di libici e confinati: c’è tutto questo sull’Isola Madre, un vero gioiello di architettura e scrigno di ricchezze. Un museo a cielo aperto che stuzzica la curiosità di turisti e visitatori che affollano le strade del borgo marinaro e del castello. Su San Nicola insistono anche ristoranti, bar, B&B e case vacanze.

Ormeggiando alla Marina, l’occhio del visitatore è attratto dalla prima linea difensiva della fortezza. Attraversando il portale d’ingresso, inizia la “Salizada”, una salita che conduce alla torre del “Cavaliere del Crocifisso”. Giunti alla Torre di difesa, è possibile ammirare il portale d’accesso, a lato, su cui è scolpita la scritta “Conteret et confringet”  (Stritolerà e spezzerà) incisa dai monaci Lateranensi nel ‘400 per scoraggiare invasioni e minacce. Proseguendo la salita, si arriva al primo sistema difensivo da dove s’intravede la Torre del Pennello. Un torrione a forma quadrilatera, in cui il Corpo di Guardia controllava l’accesso degli stranieri alla fortezza e dove erano obbligati a deporre le armi. Dai locali della Torre, attraverso un portale rinascimentale si accede “Al Campo”.

Una scala alla sinistra della Torre conduce al “Bastione del Cannone”, che insieme al “Pennello” dominavano il porto, infatti è possibile vedere il mare e l’isola di San Domino. Costruita da Carlo II d’Angiò e ancora intatta, è la Torre Angioina. Da essa si accedeva alla fortezza attraverso un secondo portale del XIV secolo, caratterizzato da un tabernacolo gotico che contiene la Madonna con un Bambino. Nel mastio si incontra una seconda porta, detta “saracinesca”, e ancora più avanti una terza porta che porta a una cisterna. Quest’area ha subito interventi e modifiche nell’Ottocento, cosi come la scala in pietra che conduce alla Chiesa di Santa Maria, che testimonia un passato glorioso. Nella Chiesa i reperti più interessanti sono: il Crocifisso, il Polittico, il Pavimento a Mosaico e la Statua della Madonna Nera. Sulla sinistra della Chiesa, un portale immette al Chiostro del Benedettini.

Dall’abitazione del medico al “Cegliere” il percorso riporta indietro al fossato del Castello per alcune interruzioni succedutesi col tempo. Proseguendo verso est, dal Chiostro dei Benedettini si entra nel Nuovo Chiostro. La data di costruzione è probabilmente il 1546, riportata su uno dei medaglioni che decorano gli archi, da parte dei Lateranensi. Superati i Portali del Chiostro, verso est, si accede a una piazzetta in cui è presente l’Ultimo baluardo, “Il Cavaliere di San Nicola”, che chiude l’anello delle muraglie, torri e bastione. Scendendo lungo la base del torrione, si arriva alla “Tagliata” scavata a difesa dell’Isola.

Attraversando la “Tagliata” si giunge alla zona archeologica di San Nicola, percorribile seguendo la “strada comunale del Cimitero”. In questa zona, verso sud-est, è visibile una cisterna benedettina e sul lato opposto un edificio rettangolare. Verso nord-ovest, si scorge una muratura, “vasca di San Nicola”, che probabilmente veniva usata per la raccolta di acqua piovana. Proseguendo si entra nella zona della Necropoli, databile tra il V e III sec. a.C. con 18 tombe a fossa e 2 a grotticella. La prima tomba a grotticella è chiamata “Tomba di Diomede” e rievoca la leggenda dell’Eroe. Subito dopo la necropoli è presente l’abitato di età ellenistica, dove sono stati rinvenuti frammenti ceramici e litici risalenti all’età protostorica ed ellenistica. All’estremo sud dell’Isola, la domus di età romana disegna un corridoio coperto a due braccia. La presenza di tre rocchi di colonne testimoniano che la domus era composta da vani chiusi e aree porticate. All’estremo nord orientale dell’Isola è presente un’alta domus, in cui è stato trovato un pavimento mosaico risalente al I secolo a.C.

Ripida salita, scavata nella pietra. Parte dal portale d’ingresso e giunge ai vhiostri, delimitata da alte mura con feritoie per la difesa. Il termine “salizada” (letteralmente selciata) è di origine veneziana e fa riferimento ad alcune strade. In quell’epoca (quindi quando le isole erano sotto l’influenza della Serenisisma e l’intero Adriatico veniva definito golfo di Venezia) queste strade per via della loro importanza furono pavimentate con le classiche pietre in selciato grigio (pietra trachitica).

La Torre è caratterizzata da tre volte a crociera, e da due fregi con decorazioni delle forze veneziane e cristiane armate di elmi e scimitarre contro gli infedeli. A difesa dell’ingresso sono presenti una feritoia sul lato e una caditoia nella parte superiore. All’interno della Torre è presente la cappella della Madonna delle Grazie.

Un insieme di fabbricati costruiti intorno al 1840, dove dormivano i coatti e successivamente utilizzati come Prigioni. Qui è stato scoperto un mosaico risalente al I secolo d.c.

Campo Isole Tremiti

La Torre, di forma cilindrica con merlatura ghibellina, era chiamata Torre del Ponte perché un tempo era munita di un ponte levatoio collocato al limite di un profondo fossato che è ancora visibile. Nella Torre era presente il Corpo di Guardia. Percorrendo la gradinata a destra si giunge al mastio, e a sinistra è visibile il Bastione della Torre che controllava la prima porta, il ponte levatoio e la muraglia del “Castello”.

Edificata intorno all’anno 1000 su due cappelle già esistenti: quella di Santa Maria, edificata nel IV secolo, e quella del Crocifisso di cui non si conosce la data di inizio costruzione. La Chiesa è l’unico edifico superstite del complesso medievale. La facciata è stata costruita con perlinato svevo. L’interno della Chiesa conserva la struttura originaria, composta da una pianta rettangolare e tre navate. Sulla parete nord una serie di archetti ciechi rappresentano la parete laterale del complesso benedettino; ad illuminare la navata di sinistra sono presenti delle monofore risalenti al XI secolo, cosi come il mosaico pavimentale della parete centrale della chiesa e del presbiterio. Le crociere gotiche del presbiterio e il portale che immette alla sagrestia sono stati costruiti successivamente. Risalenti all’epoca luterana sono la facciata principale e le due acquasantiere scolpite in pietra.

Chiostro e pozzo della Chiesa Santa Maria a Mare Isola San Nicola Isole Tremiti

Nella penombra del vestibolo, in direzione della navata di sinistra, è posta una croce da autore ignoto. I critici ritengono che si tratti di un’opera databile non oltre il XII secolo ed è riconducibile all’arte greco bizantina (unico esempio d’iconografia greco-bizantina in Italia). Sulla croce è dipinto il Cristo Crocifisso, rappresentato con gli occhi aperti, e da qualunque angolazione si osserva il suo sguardo, si ha l’impressone di essere guardati. Sotto il braccio è posta una tavola sulla quale è raffigurato San Giovanni Evangelista nell’atto di ricevere dalla Madonna il Cristo Morto.

Chiesa Isole Tremiti

Situato sull’Altare Maggiore sotto l’arco romano, il Polittico ligneo di scuola veneziana, rappresenta un capolavoro d’intaglio laminato in oro, il più antico presente in Puglia. Composto da nicchie sovrapposte di diverse dimensioni, in cui sono poste o statue singole o gruppi di statue. Nella parte centrale sono rappresentate due scene: in alto l’Incoronazione della Vergine, e in basso l’Assunzione della Vergine. Sulla parte più alta del Polittico è situato il busto dell’Eterno.

Altare Isole Tremiti

Il Mosaico realizzato dai benedettini, si può ammirare quasi per intero al centro della navata centrale, mentre i frammenti s’incontrano in tutta la Chiesa. Il pavimento è stato creato con la tecnica del “opus tasselatum” di origine romana. Lungo la navata centrale è possibile ammirare un quadrato composto da cinque cerchi: il cerchio maggiore rappresenta il grifo alato, mentre i quattro cerchi minori diversi uccelli; metaforicamente raccontano l’evocazione del Cristo in un giardino paradisiaco. È possibile vedere, anche, parte di un tondo decorato ai bordi da una ghirlanda di fiori, che raffigura su fondo bianco, un’aquila; metaforicamente rappresenta l’apparizione del Cristo.

Chiamata Madonna del Mare è l’opera più antica della Chiesa, probabilmente risale al XI secolo, scolpita e dipinta interamente a mano. Acquistata dai Benedettini ad oriente, arrivata a San Nicola divenne miracolosa e meta di pellegrini. La statua rappresenta la Vergine con il bambino appoggiato sul suo braccio sinistro, entrambi di colore scuro.

Statua Isole Tremiti

Il Portale, realizzato nel 1473, su cui è possibile ammirare le scene della vita della Congregazione dei religiosi di Sant’Agostino. Sopra il Portale, un cordone di foglie sostenuto da angioletti, fa da cornice ad una serie di statue al cui centro è rappresentata la Vergine Assunta. Ancora più in alto è possibile vedere la lunetta sorretta da due coppie di colonne e da nicchie rappresentanti Sant’Agata, Santa Monica, San Pietro e San Paolo.

Portale Isole Tremiti

Il Chiostro, di forma quandrangolare, presenta un portico con archi e volte a crociera. Al centro del cortile è situato un pozzo, risalente al tempo di Ferdinando I e non alla costruzione originaria, testimonia ciò la data del 1793 incisa sull’arco decorativo, la stessa incisa sulla scalinata di accesso alla piazzetta della Chiesa. I locali molto probabilmente sono stati solo adattati nel XV secolo, infatti, il Refettorio conserva una struttura medievale.

Chiostro e pozzo della Chiesa Santa Maria a Mare Isola San Nicola Isole Tremiti

Costituito da un grande locale coperto da tre volte a crociera. Si può accedere attraverso un’apertura nella muraglia, dalla quale è emerso la presenza di due muraglie. La prima risale alla prima costruzione e la seconda, addossata alla prima, risale ai Lateranensi. Il Cegliere risale alla prima costruzione. È costituito da una grande scalinata in pietra e una grotta naturale, che richiama il ricordo dei miti e della sacralità.

Panorami Isole Tremiti

Il Chiostro dei Lateranensi è costituito: sulla destra, da un salone che divide la Chiesa dal Chiostro, un tempo adibito alle riunioni dei chierici; sulla sinistra, si allineano tante colonne che sostengono il portico. Sul retro del portico si aprono grandi locali coperti a volta, e il piano superiore, costituito da una quarantina di stanze, era il dormitorio dei religiosi. Il Chiostro attuale è solo parte di quello originario, infatti sono presenti residui di fondamenta dei lati di ponente e settentrione.

I Lateranensi per proteggere la Fortezza progettarono di tagliare in due l’isola: da una parte il Baluardo del Cavaliere doveva proteggere il Castello a est, e dall’altra parte un vallo scavato nella roccia fino al mare doveva proteggere l’altra zona. Il progetto non venne completato, ma ci sono immagini risalenti al seicento che rappresentano l’Isola tagliata.

Tagliata Isole Tremiti

Testimonianza di un concreto insediamento di antichi abitatori dell’Isola sono le tombe scavate nella roccia che costituiscono la Necropoli risalente al periodo neolitico. Al centro della Necropoli c’è una tomba diversa dalla altre chiamata, “tholos”, a pianta circolare di origine greca che dovrebbe essere la tomba di Diomede.

Necropoli Greco-Romana Isole Tremiti

Le origini dell’arcipelago sono legate all’eroe greco Diomede, Re di Argo, e compagno di Ulisse. Fuggito dalla patria, a causa delle congiure ordinate dalla moglie e dal suo amante, dopo lunghe avventure arrivò sulle coste del Gargano. Strabone, Timeo e Licco di Reggio raccontano dalla flotta di Diomede, trasformata in berte, e destinata a piangere in eterno la morte del loro compagno di avventura e di vegliare la sua tomba a San Nicola.

Tomba Diomede Isole Tremiti
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