L'Isola Maggiore
E’ l’isola più grande dell’arcipelago su cui insiste il maggior numero di attività ricettive e dove troviamo l’unica spiaggia – Cala delle Arene – accessibile e attrezzata. Qui approdano i collegamenti marittimi con Termoli (Campobasso), Rodi Garganico, Vieste e Peschici. E’ anche dotata di un eliporto con servizi giornalieri effettuati dalla società “Alidaunia” di Foggia.
E’ dotata di due percorsi per raggiungere il centro. Uno esterno per auto e mezzi di servizio, infatti è l’unica isola ad avere una vera e propria strada, un secondo a disposizione di pedoni e villeggianti che fanno la spola con la spiaggia e il porto. Dal villaggio si diramano più strade che conducono: verso la costa, verso la parte alta dell’isola e verso il Faro di San Domino, ormai abbandonato.
Nella zona Toppa, vicino al porto, è posizionato il Guerriero Acheo donato da un turista d’eccezione, Lucio Dalla, che ha trovato qui ispirazione per diverse canzoni. Il Guerriero è il simbolo di protezione dal turismo selvaggio e dalle invasioni.
Nella zona centrale, la Piazza del Belvedere, ricca di ristoranti, hotel e locali, è possibile vedere la Foresta di Pini d’Aleppo e in lontananza l’abbazia di San Nicola. Nella Piazza Sandra Pertrini è posizionata la Meridiana, un’opera moderna che con i suoi cerchi indica il vero mezzogiorno solare.
L’isola offre la possibilità di trascorre una vacanza di relax immersi nella natura marina e terrestre. Chiamata dai monaci benedettini “Orto del Paradiso” proprio per indicare la vasta vegetazione dove oggi è possibile percorrere numerosi sentieri in bici, a piedi, soli o con guida per scoprire i fiori e le piante del sottobosco, e le numerose cale, grotte e relitti marini.
I sentieri che si possono percorrere sono:
– Sentiero perimetrale
– Sentiero Colle dell’eremita
– Sentiero Cala Tramontana
– Primo Sentiero Grotta del Bue Marino
– Secondo Sentiero Grotta del Bue Marino
– Sentiero del Faro di San Domino
– Primo Sentiero Punta di Zio Cesare
– Secondo Sentiero Punta di Zio Cesare
– Primo Sentiero Grotta delle Viole
– Secondo Sentiero Grotta delle Viole
– Sentiero Cala delle Roselle
– Primo Sentiero Grotta del Sale
– Secondo Sentiero Grotta del Sale
– Primo Sentiero Punta dell’Elefante
– Sentiero Punta del Pigno
– Sentiero Cala Matano
– Sentiero Punta Diamante
– Sentiero Cala dello Spido
– Sentiero Punta dello Spido
– Sentiero Cala dei Benedettini
– Sentiero Cala delle Rondini
Il Faro costruito agli inizi del XX secolo a picco sul mare e in una posizione isolata, ora è tutto in abbandono: arredi, suppellettili, scritte…
Lo sguardo viene rapito dalla vista mozzafiato di uno degli angoli più suggestivi dell’arcipelago, la mente viene proiettata indietro nel tempo. La notte del 7 novembre 1987, un ordigno esplose e sgretolò parte del faro, quanto basta per innescare – poche ore dopo – una vera e propria storia fatta di presunti intrighi internazionali perché proprio in quel tempo il leader libico Gheddafi aveva rivendicato le Tremiti alla Libia innescando un affare internazionale che coinvolse le potenze dell’epoca.
Domenico Calabrese, tremitese doc, guardiano del faro, commentò così quelle ore in una intervista rilasciata anni dopo alla “Gazzetta del Mezzogiorno”. «La mattina dell’esplosione mi recai al faro – racconta – insieme al sindaco dell’epoca (Giuseppe Calabrese, ndr). Non riuscivamo davvero a capire cosa fosse successo, qualcuno pensava all’esplosione di una bombola di gas, ma io lo esclusi sin da subito. L’ispezione al piano terra dove rimaneva la cucina confermò la mia ipotesi. Poi il sindaco si arrampicò al primo piano salendo dalla finestra, lo rivedemmo dopo pochi istanti con il viso terreo. Aveva trovato il cadavere di un uomo orribilmente sfigurato, le mani maciullate, non si poteva riconoscerlo in alcun modo. Così immediatamente lanciammo l’allarme tra gli isolani, chi mancava all’appello? C’eravamo tutti, capirà qui non è difficile, siamo qualche centinaio di anime. Doveva trattarsi di uno straniero. Ricordai allora di aver visto due uomini sul traghetto da Termoli il giorno precedente. Poi ne fui certo. Riconobbi l’uomo più alto: era il cadavere che avevo davanti agli occhi». Era il corpo di Jean Luois Nater, uno svizzero di 39 anni, ufficialmente commerciante di macchine per lavanderie.
Acheo come Diomede, il leggendario Re di Argo che, reduce dalla guerra di Troia, sbarca nella Daunia facendo aleggiare attorno a se storie e vicende dal sapore mitologico. Acheo è anche il guerriero che sovrasta la Cala delle Arene a San Domino con vista su San Nicola dove il re ellenico sarebbe stato sepolto dopo la sua morte.
Il “guerriero di bronzo” è stato commissionato da Lucio Dalla nel 2011 e realizzato dall’artista Michele Circiello. Poi posizionato sul colle della “Toppa”.
Costruita nel 2003 da Maura Fizzanotti, è costituita da due semicerchi in acciaio poggiati su una base cilindrica piatta, su cui è incisa la rosa dei venti. La Meridiana indica il vero mezzogiorno solare grazia alla sua angolazione.