La Biodiversità della Riserva Marina
Policheti
Spirografo – Spirografo spallanzani
Ciuffo Bianco – Protula tubularia
Celenterati
Attinia Alice – Alicia mirabilis
Capelli di Venere – Anemonia sulcata
Madrepora Arancione – Astroides calycularis
Margherita di Mare – Parazoanthus axinellae
Cerianto – Cerianthus membranaceus
Anemone Bruno – Aiptasia mutabilis
Molluschi
Seppia – Sepia officinalis
Polpo – Octopus vulgaris
Ciprea – Luria lurida
Nacchera – Pinna nobilis
Cratena – Cratena peregrina
Flabellina Lilla – Flabellina affinis
Ianulo – Janolus cristatus
Vacchetta di mare – Discodoris atromaculata
Echinodermi
Riccio di Prateria – Sphaerechinus granularis
Riccio Diadema – Centrostephanus longispinus
Riccio Femmina – Paracentrotus lividus
Cetriolo di Mare – Holothuria sanctori
Martasteria – Marthasterias glacialis
Stella Lunga – Chaetaster longipes
Tunicati
Patata di Mare – Halocynthia papillosa
Clavellina Cristallo – Clavelina lepadiformis
Crostacei
Granseola – Maja squinado
Gambero Meccanico – Stenopus spinosus
Granchio Facchino – Dromia personata
Magnosa – Scyllarides latus
Magnosella – Scyllarus arctus
Aragosta – Palinurus elephas
Astice – Homarus gammarus
Galatea – Galathea strigosa
Spugne
Spugna dello Spondilo – Crambe crambe
Spugna Canna – Axinella cannabina
Axinella Verrucosa
Rognone di Mare – Chondrosia reniformis
Spugna Rossa – Spirastrella cunctatrix
Spugna da Bagno – Spongia officinalis
Pesci Bentonici
Cernia Bruna – Epinephelus marginatus
Scorfano Nero – Scorpaena porcus
Scorfano Rosso – Scorpaena scrofa
Pesci Pelagici
Barracuda – Sphyraena barracuda
Sarago Pizzuto – Diplodus puntazzo
Sarago Fasciato – Diplodus vulgaris
Palamito – Sarda sarda
Nel 2008 lo staff del MARLIN TREMITI in una delle tante esplorazioni subacquee effettuate con DPV, nei fondali marini delle Isole Tremiti, si è imbattuto per la prima volta in un tesoro prezioso e assai raro nel Mediterraneo, l’Antipathella subpinnata meglio conosciuta con il nome di “Corallo Nero“. La scoperta è avvenuta ad una profondità di -50m, ed è stata una vera sorpresa per i fortunati esploratori.
Il Corallo Nero, l’Antipathella subpinnata, ha una struttura molto ramificata e, sebbene il suo nome possa far pensare ad un corallo di colore nero, in realtà, il colore predominante è il bianco. Tale colorazione è conferita dai piccoli polipi coloniali, dalle dimensioni di qualche millimetro, con rami simili a folti ciuffi bianchi con sfumature color cenere. Il colore nero lo ritroviamo solo nella struttura scheletrica, ed è a seguito di tale caratteristica che è stato denominato “Corallo Nero”. Questa specie appartiene al Phylum degli Cnidari (o Celenterati), alla classe degli Antozoi, e alla sottoclasse degli Esacoralli, in quanto, i singoli polipi sono esatentacoli ovvero, caratterizzati da sei tentacoli. Questa specie, rarissima ed importantissima dal punto di vista conservazionistico, spesso viene confusa con un’altra specie, Gerardia savaglia, detta per questo motivo “Falso Corallo Nero”.
I Polipi sono radunati in colonie di individui simili che, producendo carbonati di calcio, formano uno scheletro solido. In Mediterraneo il Corallo Nero vive tra i -50m ed i -300m di profondità. Data la sua rarità e le difficoltà di studio di questa specie, che vive a profondità notevoli, ancora sappiamo davvero poco su di essa. Proprio per questo motivo, i biologi marini del Laboratorio del Mare “MARLIN TREMITI”, in collaborazione con l’Università di Perugia, hanno raccolto alcuni campioni dalla colonia per effettuare delle analisi di laboratorio. Attualmente gli studi sono ancora in corso.
Specie tipiche dell’arcipelago sono il Cavalluccio Marino e la Foca Monaca del Mediterraneo, non avvistata più dal 1981.
Avvistamenti censiti dal 1953 al 1981 della Foca Monaca:
1953 autunno: Punta del Cimitero, Isola di San Nicola. Un grosso esemplare osservato di notte da un gruppo di pescatori (Domenico de Simone).
1953: Punta del Faro, Isola di San Nicola. Ulteriore avvistamento.
1958: Punta Straccione; al largo. Osservato un esemplare da Francesco Cafiero.
Anni 50-60: Vari avvistamenti riferiti dal pescatore Aldo Santoro che riporta l’abilità della foca nel depredare i “parangai”, le reti e le nasse. I danni maggiori si ebbero sull’Isola di Pianosa.
1963: Cala del Fascinaro a Capraia. Osservato un grosso esemplare stimato in 3 q., forse rivisto tre anni più tardi nella cala del Blue Marino da Giuseppe Carbedda.
1968: Osservato un soggetto mentre staccava il pesce dal palangrese (o “paragal”), da parte di Ferdinando Santoro.
1973 estate: Cala Tonda a San Domino. Osservato un soggetto mentre mangiava, con la testa appena fuori l’acqua, una cernia da Umberto De Martino.
1973 estate: Punta del Faro. Un esemplare osservato dal pescatore Antonio Pica.
1977: Punta del Cimitero. Osservato un esemplare sulla spiaggia mentre emetteva “richiami simili a prolingati muggiti” dal pescatore Ciccilllo Carducci.
1981 autunno: Punta del Cimitero. Osservato un “intero branco di foche, costituito da 4-5 esemplari” da Dino Attanasio.